ALTA VAL PARMA E PARCO DEI CENTO LAGHI

Grande parte delle immagini contenute in questo sito provengono dall’appennino parmense, e più precisamente dalla Val Parma. L’alta Val Parma rientra nel Parco dell’Appennino Tosco-Emiliano, e di questo, la porzione più orientale nella provincia di Parma, ricade nel Parco Regionale dei Cento Laghi. Sono inoltre presenti immagini dell’alta Val Baganza alle pendici del Monte Borgognone verso il Passo della Cisa e la Valdantena, al confine tra le provincie di Parma e Massa Carrara, e alcune immagini relative all’Appennino Reggiano.

PARCO DEI CENTO LAGHI

Il Parco Regionale delle Valli del Cedra e del Parma, meglio noto come Parco dei Cento Laghi, occupa una parte dell’Appennino parmense orientale, al confine con i territori provinciali di Reggio-Emilia e Massa-Carrara.
È situato totalmente in area montana nei Comuni di Monchio delle Corti, Corniglio e Tizzano Val Parma ed è caratterizzato da un mosaico di laghi e torbiere di origine glaciale, elemento paesaggistico all’origine della denominazione più nota.

I numerosi laghi sono la caratteristica che rende celebre il parco. Residui dell’ultima glaciazione, situati in ampie conche modellate dagli antichi ghiacciai; si trovano ad un’altitudine che varia dai 1000 m ai 1700 m s.l.m.
Alle alte quote specchi d’acqua privi di vegetazione come i laghi del Bicchiere, del Sillara, Compione, Frasconi e Martini, posti tra i 1600 e i 1750 m s.l.m.; altrimenti sono circondati da maestose faggete (L. Santo, L. Gemio inferiore, L. Ballano, L. Verde, L. Palo, L. Scuro Parmense, L. Scuro) o da una fascia di piante palustri (L. Verdarolo, L. Squincio, L. Gemio superiore, L. Pradaccio)

Numerose e ben rappresentati i mammiferi con le seguenti specie: lupo appenninico (Canis lupus L. subsp italicus); capriolo; faina; tasso; volpe, lepre, talpa, riccio; donnola; ghiro; scoiattolo meridionale; numerosi infine i cinghiali.
Di particolare interesse l’aquila reale, la cui presenza ormai risulta stabile nel Parco e per la quale si sono creati punti di osservazione.

I rilievi del crinale sono interamente modellati nelle arenarie appartenenti alla Formazione del Macigno: rocce formate da sabbia cementata e caratterizzate da una granulometria piuttosto grossolana, una regolare stratificazione e una colorazione grigia.
La sedimentazione del Macigno avvenne tra la fine dell’Oligocene e l’inizio del Miocene (30 -25 milioni di anni fa).
Nelle vallate del parco hanno notevole estensione gli affioramenti dell’Unità di Canetolo, un insieme roccioso di grande interesse per la geologia dell’Appennino emiliano.
Si tratta di rocce riconoscibili per il colore grigio scuro o nero della porzione argillitica, che tende a suddividersi in piccole scaglie

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